9 Ottobre 2022 - Traversata da Gallio a Sasso
Foto lungo il percorso
La pandemia, purtroppo, è ancora in atto. Pertanto, per limitare il rischio di potenziale contagio, invitiamo tutti a mettere la mascherina all’interno della corriera.
Partenza: dalla sede alle ore 07.00.
IN CORRIERA
Da Bassano del Grappa si seguono le indicazioni stradali per Asiago, che conducono a percorrere la SP 72 diretta all’Altopiano (m 1095). Giunti alla rotonda di Turcio, si segue a destra (nord) la SP72 in direzione di Gallio, arrivando, dopo 1 km, all’abitato di Bertigo. La corriera lascerà il gruppo presso il bivio (m 1100) per le sciovie Valbella (tabella) e lo riprenderà a Sasso (m 965), al termine della traversata.
A PIEDI
Dal Parcheggio seguiamo per 150 metri l’asfalto in direzione delle sciovie (est) per poi deviare a destra lungo il sentiero CAI n. 805 (Via Tilman, qui non segnalata), indicato da una tabella. A un vicino bivio, tenendo la destra (sud-est) iniziamo a risalire dolcemente il versante sud-occidentale del Monte Valbella. Il bel sentiero, affiancato da lastre di roccia infisse verticalmente, solca il pendio offrendo panorami sempre più ampi verso il sottostante abitato di Bertigo, mentre, più a ovest, spunta Asiago con il famoso Sacrario Militare (Ossario del Leiten). Il tratto fin qui percorso si svolge fra gli evidenti crateri lasciati dalle granate che, cadute nell’ultimo anno della Grande Guerra, ricordano le cruente Battaglie dei Tre Monti (Monte Valbella, Col del Rosso e Col d’Ecchele).
Giunti a un altro bivio, andiamo a destra seguendo le indicazioni per Malga Campo di Costalunga, prossima meta. Quando il n. 805 devia a sinistra, noi proseguiamo ancora per pochi minuti e, sfiorando una pozza d’abbeveraggio, arriviamo alla malga suddetta (m 1325, 1 h), che si erge in posizione molto panoramica non distante dall’osservatorio di Cima Ekar.
In direzione nord-ovest, fra altri rilievi spicca il lungo piano inclinato che culmina nella vetta del Monte Verena, mentre da nord a est si succedono il Monte Fior, le Dolomiti Bellunesi e il Monte Grappa.
Ritornati al bivio citato poc’anzi, riprendiamo il sentiero n. 805 e con questo ci dirigiamo verso il Monte Valbella. Dopo circa 500 metri lasciamo il sentiero, che svolta in discesa a destra (est), e proseguiamo su larga traccia in leggera salita; assistiti da qualche segnavia giallo, raggiungiamo la piatta cima del monte citato (m1301, 1h 45’).
L’avvicinamento al Monte Valbella si svolge lungo una traccia, ora recuperata, che attraversa ciò che resta di un bosco di conifere investito, alla fine di ottobre 2018, dalla tempesta Vaia. Solo sull’Altopiano di Asiago, quell’eccezionale evento atmosferico distrusse migliaia di ettari di bosco, facendo schiantare al suolo milioni di alberi.
In cima al monte, accanto alle stazioni d’arrivo di due skilift, sorge un monumento che ricorda i caduti delle già menzionate “Battaglie dei tre Monti”.
Ora iniziamo a calare lungo il tratturo che percorre la pista da sci diretta a est, lasciando l’impianto di risalita alla nostra sinistra.
Scesi nell’alta Val di Melago, intercettiamo la stradina di fondovalle che, seguita a sinistra, in leggera salita ci porta alla testata della vallata. Qui, merita una sosta il monumento a forma di piramide eretto in onore del ventiduenne Eugenio Niccolai, capitano maceratese caduto su questo suolo il 31 gennaio 1918 (m 1181).
Con la stradina che punta a sud dietro l’opera commemorativa, in pochi minuti raggiungiamo Casara Melaghetto (m 1190), formata da quattro edifici ristrutturati che sorgono in cima a un piccolo colle. Da questa posizione, possiamo avere una visione dall’alto dell’impressionante numero di crateri causati dalle granate che, al tempo della Grande Guerra, hanno martoriato il Monte Valbella e il dirimpettaio Col del Rosso, causando migliaia di morti.
Tornati all’incrocio situato presso il monumento, ci dirigiamo a est verso la sinuosa stradina che risale il pendio nord-occidentale del Col Fuste. Sfiorando il monumento al 157° Reggimento Fanteria Liguria, ci portiamo facilmente sul crinale (segnavia gialli) che divide la Val di Malago dalla Val Chiama. Affiancati prima da un fitto bosco di conifere e poi da una bella faggeta, piacevolmente transitiamo per l’impercettibile sommità del Col Fuste e arriviamo in cima al Col del Rosso (m 1272), dove sostiamo per il pranzo al sacco.
Ripresi il cammino, imbocchiamo la stradina diretta a nord-est e, rimanendo su questa, caliamo in scioltezza fino alla borgata di Caporai, da cui proseguiamo per il vicino Col d’Ecchele. Sul versante nord della collina sorge il monumento dedicato alla memoria del caporale veneziano Roberto Sarfatti, diciassettenne volontario qui caduto il 28 gennaio 1918 nella prima Battaglia dei Tre Monti (m 1085).
Ora, puntando a sud, scavalchiamo la piatta sommità del colle (m 1107) per poi calare a una vicina borgata da cui possiamo godere di belle vedute in direzione delle variopinte contrade del versante est del Col del Rosso.
Qui, imbocchiamo il panoramico sentiero che ci permette di calare a Sasso, dove ci attende la corriera (m 965).
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(Testo tratto dal libro “Escursioni sull’Altopiano di Asiago” di Ennio Poletti, 2021 Editoriale Programma).