21 Giugno 2015 - Baita Angelini

Foto lungo il percorso

 

Programma

Partenza dalla sede alle ore 6.30 in direzione Longarone. Dalla SS51 per Cortina, all’altezza di Longarone si devia verso la Val di Zoldo. Appena passato il Municipio di Forno di Zoldo si svolta a sinistra seguendo le indicazioni per Pralongo, che si raggiunge dopo circa 1,5 km. Si prosegue all’interno del paese fino alla chiesa per poi girare a sinistra e raggiungere un’ampia area presso la quale si può parcheggiare (m 1000).

Escursione

Dal parcheggio torniamo fra le case del paese fino a imboccare la stradina asfaltata diretta a Colcerver. Dopo un centinaio di metri, sulla nostra sinistra troviamo la tabella che indica il sentiero da prendere per raggiungere il borgo suddetto, nostra prima meta. Una bella traccia sale lentamente nel bosco e, senza ambiguità, conduce a un capitello situato nella parte bassa di Colcerver.

Il piccolo nucleo, formato da bellissimi tabià quasi tutti ristrutturati, è raccolto attorno a una chiesetta del XVIII secolo dedicata ai Santi Ermagora e Fortunato. Antelao, Bosconero, Spitz de Mezzodì, Tamer e San Sebastiano, che fanno da corona al luogo, rendono ancora più affascinante questo borgo d’altri tempi (m 1221, 40’).

Qui, la comitiva si divide in due gruppi:

  • il gruppo A segue il percorso completo;
  • il gruppo B segue quello ridotto.

GRUPPO A: ad ovest, dietro gli ultimi edifici del villaggio inizia la traccia CAI n.539, segnalata da una tabella con l’indicazione per il Passo Duran.

Dopo un lungo tratto su sterrata giungiamo al Col de le Ole (m 1416, 1h 45’) dove, preceduto da alcune tabelle segnaletiche, inizia il sentiero vero e proprio. Da questo momento, assistiti da numerosi segni bianco-rossi, camminiamo piacevolmente su morbido fondo all’interno di un bel bosco misto di conifere e latifoglie.

Lentamente prendiamo quota e, col bosco sempre più rado, arriviamo a una panoramica cresta che nel giro di pochi minuti conduce a intercettare il sentiero n.536 (Anello Zoldano), proveniente dal Passo Duran. Siamo nella Forcella de le Barance (m 1688, 2h 25’), sotto la Cima Nord di S. Sebastiano. Il panorama adesso spazia completamente dalle Tofane allo Spiz di Mezzodì passando per la Croda da Lago, il Pelmo, il Cristallo, il Sorapiss, l’Antelao, gli Sfornioi, e il Bosconero, per citare solo le cime più importanti.

Da questo balcone naturale, perdendo leggermente quota iniziamo l’attraversamento in costa del Van dei Gravinai, ampio circo detritico alla base delle pareti verticali del Gruppo di S. Sebastiano. Giunti nella parte meridionale degli sfasciumi, il sentiero si impenna per superare un salto di roccia di un’ottantina di metri e raggiungere l’intaglio della Forcella de le Càure (m 1720, 3h). Quest’ultimo tratto, molto ripido e faticoso, richiede una certa attenzione e fermezza di piede. Dal piccolo valico, in breve arriviamo alla Baita Angelini, accogliente bivacco di legno situato in posizione panoramica sopra la Valle di Zoldo. All’interno, nell’unica stanza, trovano posto un caminetto, un tavolo con panche e sei tavolacci per un eventuale pernottamento. All’esterno, invece, un grande tavolo di legno massiccio con due lunghe panche permette di sostare e godere della magnifica visione dei monti già citati in precedenza che, anche dal nuovo punto di osservazione, continuano a riempire l’orizzonte (m 1700, 3h 15’).

Dopo una sosta per il pranzo al sacco, iniziamo il percorso di rientro. Seguendo verso est il sentiero n.536, in questo tratto coincidente col n.524, lentamente perdiamo quota fino a raggiungere una radura con un bivio, dove una tabella gialla segnala due direzioni recanti lo stesso numero CAI: il 524 (m 1480, 4h 15’).

Il sentiero di sinistra (nord) è una scorciatoia molto ripida e scivolosa per il Laghetto “Al Vach”, nostra prossima meta. Noi, però, per raggiungere in sicurezza lo specchio d’acqua proseguiamo con la traccia di destra (est) che, anche se un po’ più lunga, consente di scendere molto più agevolmente.

Con una breve risalita di qualche decina di metri seguita da una comoda discesa, giungiamo a un nuovo bivio dove abbandoniamo il n.536, che prosegue per il Col de Michiel, per seguire a sinistra il n.524 (tabella, m 1470).

Guadato un torrente, il sentiero prosegue in discesa su morbido fondo all’interno di un bel bosco di conifere. Alla quota di circa 1350 metri, a sinistra del n.524 si stacca una traccia (tabella azzurra) che in una decina di minuti conduce all’ameno Laghetto “al Vach”, luogo molto rilassante dotato di un’area di sosta con alcuni tavoli di legno e panche (m 1361, 5h).

Proseguendo verso sud, in pochi minuti raggiungiamo la base della fragorosa cascata (m 1380, 5h 05’) che alimenta il torrente immissario del lago. Con alcuni balzi, l’acqua precipita a valle dall’altezza di un centinaio di metri e, infrangendosi contro enormi massi, provoca in chi si trova a passare da quelle parti una piacevole sensazione di fresco. Ritornati per la stessa via allo specchio d’acqua e poi al bivio di quota 1350 m citato in precedenza, col sentiero n.524 scendiamo alla Casera del Pian (m 1162) per poi proseguire su strada forestale fino al punto di partenza (m 1000, 6h 30’).

GRUPPO B: raggiunti gli ultimi edifici di Colcerver, lasciando a destra una fontana circondata da bellissimi tabià ristrutturati, proseguiamo verso sud col sentiero CAI n.538. Comodamente, all’interno di un bellissimo bosco misto di conifere e latifoglie, guadagniamo lentamente quota e raggiungiamo il Laghetto “al Vach”, luogo molto rilassante dotato di area di sosta con alcuni tavoli di legno e panche (m 1361, 2 h ).

Proseguendo verso sud, in pochi minuti raggiungiamo la base della fragorosa cascata (m 1380, 2h 05’) che alimenta il torrente immissario del lago. Con alcuni balzi, l’acqua precipita a valle dall’altezza di un centinaio di metri e, infrangendosi contro enormi massi, provoca in chi si trova a passare da quelle parti una piacevole sensazione di fresco. Ritornati per la stessa via allo specchio d’acqua ci concediamo una lunga pausa per il pranzo al sacco. Dopo la sosta, iniziamo il percorso di rientro con la forestale che parte dal lato est del laghetto. Dopo circa 300 metri abbandoniamo la carrabile per seguire a destra il sentiero recante le indicazioni per Baita Angelini. Lasciando a destra una variante per la baita, raggiungiamo in pochi minuti la traccia n.524 (m 1350) che sale da Pralongo. Con questa, scendiamo alla Casera del Pian (m 1162) per poi proseguire su strada forestale fino al punto di partenza (m 1000, 4h / 5h).

 

Note

Difficoltà: EE Gruppo (A), E Gruppo (B);

Dislivello: s/d 850 m Gruppo (A), s/d 370 m Gruppo (B);

Tempo di percorrenza: Gruppo (A) 6 ore e 30' circa, Gruppo (B) 4 ore e 30' circa.