Gruppo Montagna Mario Belle'
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29 Settembre 2024: Anello a Caldaro (BZ) Sentiero della Pace Gola del Rastenbach e sentiero della Pace
Foto lungo il percorso
Accesso
Partenza dalla sede alle ore 6.00. Dopo la sosta colazione in autogrill; si esce dall’autostrada del Brennero a Egna-Ora e si prende la strada del vino fino ad arrivare a Caldaro e poi alla frazione di San Anton al parcheggio della zona sportiva, punto di partenza dell’escursione.
Escursione percorso lungo:
Dal parcheggio si va verso nord, si attraversa la strada e si prende il sentiero a sinistra del Park avventura, si cammina in mezzo al bosco sempre in salita fino a incrociare la forestale dell’alta via di Caldaro; da qui si prende il sentiero, indicazione “Altenburg” (Castelveccio) e lo si segue fino ad arrivare alle prime case. Da qui per strada asfaltata, si seguono le indicazioni per la chiesa di San Vigilio e sentiero della Pace. Dietro alla chiesa inizia il sentiero che scende alla gola del Rastenback: fare attenzione ai salti rocciosi. Il sentiero attraversa il Ponte della Pace che ci porta alle rovine delle chiesa di San Pietro e settimo punto del Sentiero della Pace Amore. Dalla chiesa si fa a ritroso il sentiero per un centinaio di metri e si scende a sinistra tramite scalinate molto irte fino a raggiungere il greto del torrente Pausa. Raggiunto il greto del torrente, il percorso è lo stesso dell’itinerario corto. Gola del Rastenbach, da qui si scende attraverso scalinate molto irte e passerelle sospese che seguono il Rio Pausa, con una piccola deviazione di 200 metri si può arrivare ai piedi di una bellissima cascata, si oltrepassa una piattaforma panoramica sospesa con vista sul Lago di Caldaro, si continua su sentiero principale in salita fino a raggiungere un bivio con varie indicazioni. Si prende ora il sentiero 13 Barental Altenburg Kalter e si prosegue sempre in leggera salita fino ad incrociare il sentiero fatto all’andata. Da qui poi si seguono le indicazioni per la zona sportiva e parcheggio dove ci attende il pullman.
Difficoltà: EE percorso escursionistico.
Dislivello in salita e discesa: 500 mt ca.
Tempo: ore 5.30' circa con le soste.
Lunghezza: km 10 circa
Cartografia: carta Tabacco 049
Escursione percorso corto:
Dal parcheggio di San Anton 556 mt si segue l’indicazione sentiero della Pace, si passeranno i primi 5 punti di meditazione: Temperanza, una sedia invita a sedersi, Saggezza, un cerchio di 7 sedie di granito e ardesia, Giustizia, tronco di larice spaccato con sopra a cappello un sasso bianco, Fede,un masso di porfido con dei fori, Speranza, monolite ovoidale con l’iscrizione Jesus in porfido verde, Coraggio, gola del Rastenbach. Da qui si scende che attraverso scalinate molto irte e passerelle sospese che segue il Rio Pausa; con una piccola deviazione di 200 metri si può arrivare ai piedi di una bellissima cascata, si oltrepassa una piattaforma panoramica sospesa con vista sul Lago di Caldaro, si continua su sentiero principale in salita fino a raggiungere un bivio con varie indicazioni. Si prende ora il sentiero 13 Barental Altenburg Kalter e si prosegue sempre in leggera salita fino ad incrociare il sentiero fatto all’andata. Da qui poi si seguono le indicazioni per la zona sportiva e parcheggio dove ci attende il pullman.
Difficoltà: EE percorso escursionistico .
Dislivello in salita e discesa: 200 mt ca.
Tempo: ore 4.30' circa con le soste.
Lunghezza: km 6 circa
Cartografia: carta Tabacco 049
Note: Percorso in una zona nuova per il nostro gruppo. Punti di interesse sono: il paese di Caldaro (sulla strada del vino, zona del Traminer) e Castevecchio con la piccola chiesa di San Vigilio, le rovine della chiesa di San Pietro, una delle più antiche chiese del Tirolo, la Gola del Rio Pausa (Rastenbach), i bellissimi scorci sul lago di Caldaro e il sentiero della Pace con i suoi 7 punti di Meditazione.
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13 Ottobre 2024: Cansiglio, Sentiero Pagnoca
Testo tratto dal libro Escursioni in Cansiglio di Ennio Poletti
Ed. Editoriale Programma
Accesso
Partenza dalla sede alle 7.30.
Il punto di partenza dell’escursione si trova a Montaner, frazione di Sarmede, nell’alto trevigiano. Nella parte sud di Vittorio Veneto, si seguono le indicazioni stradali per il Cansiglio (SP 422) e, oltrepassato l’abitato di Fregona, si segue a destra la deviazione per Montaner (tabelle stradali). Giunti alla chiesa parrocchiale, presso uno spiazzo si parcheggia momentaneamente la corriera (m 330).
A Piedi
Oltre il campanile, deviamo a sinistra (nord) lungo la viuzza che troviamo subito dopo un edificio decorato con un murales.
Una bacheca posta all’inizio della stradina illustra il Sentiero Pagnoca che intendiamo percorrere, mentre dalla parte opposta della via c’è una tabella CAI con il n. 1061, segnavia che dovremo seguire fino al Col Alt.
NOTA: il sentiero è dedicato al partigiano di Montaner GioBatta Bitto, detto Pagnoca, che dopo l’8 settembre 1943 organizzò, insieme al parroco del paese monsignor Giuseppe Faè, la Resistenza in quest’area. Il percorso coincide con l’itinerario della prima salita sull’Altopiano del Cansiglio del comandante Pagnoca con i suoi partigiani del Gruppo Brigate Vittorio Veneto.
In salita seguiamo la stradina principale che, dopo circa 200 metri e due ampie curve, raggiunge un punto oltre il quale inizia a scendere; percorse poche decine di metri in discesa, deviamo a destra (est, tabella) e usciamo dall’abitato. Intercettata una strada cementata, la percorriamo in salita per circa 100 metri dopodiché andiamo a destra (est, tabella) e con una bella mulattiera arriviamo alla radura con la Chiesetta del Santo (S. Antonio da PD)(m 540, 1 h 10’).
Da qui, il sentiero prosegue in salita verso nord e in breve giunge a intercettare una forestale (m 610), dove la comitiva si divide in due gruppi: chi segue il percorso completo (A) svolta a destra, mentre chi intende fare quello ridotto (B) devia a sinistra.
GRUPPO (A) escursione completa:
Piegando a destra (est), in leggera salita arriviamo alla Lama Col di Faè (m 720, 1 h, 50’), modesta pozza d’acqua ormai invasa dall’erba. Seguendo la segnaletica, in ambiente umido percorriamo una mulattiera che, fiancheggiata a tratti da muri a secco, ci porta alla Lama dell’Erbin (m 890, 2 h 20’), piccolo specchio d’acqua circondato da una bella radura.
Con la carrabile su cui siamo confluiti, compiamo un ampio semicerchio in mezzo a una faggeta e arriviamo alla strada asfaltata che da Villa di Villa sale verso il Passo Crosetta. Con questa, dopo una breve discesa arriviamo al Parco dei Carbonai, ampia area di sosta con la ricostruzione di un villaggio che richiama la passata attività di questi particolari lavoratori del bosco.
Un centinaio di metri a valle dell’area, presso un capitello dedicato alla Madonna, deviamo a destra (sud, tabella) e in una decina di minuti raggiungiamo il Col Alt (m 866, 3 h 30’).
Dalla sommità del colle, dove sorge un monumento dedicato ai partigiani, il panorama abbraccia gran parte delle pianure veneta e friulana. Qui è prevista la sosta per il pranzo al sacco.
Ripreso il cammino, ripercorriamo la stessa via per circa 300 metri e, oltrepassata la Casera Col Alt, deviamo a sinistra (ovest) lungo una pista forestale che, in pochi minuti, ci conduce alla Casera Gnesina, già base partigiana durante la Resistenza.
Sfiorando l’edificio, caliamo a una vicina strada forestale che, seguita verso destra (nord-ovest), ci permette di arrivare a due casere ristrutturate adagiate in una bella radura (m 800). Quella più in alto si chiama Baita Domenico, come indicato in un’insegna posta nelle vicinanze.
Proseguendo verso sud, oltrepassiamo le case sparse della località Cima della Cima e, dopo quattro tornanti, siamo alla sella che ci separa dal Monte Castelir.
A un bivio con crocifisso, seguendo le indicazioni di una tabella con la scritta Chiesetta Alpina del Monte Castelir, deviamo a destra e, dopo pochi minuti di facile salita, arriviamo alla sommità del colle. Qui, ai bordi di una piatta radura, sorge l’edificio sacro in posizione particolarmente panoramica verso la pianura.
Rientrati sulla stradina principale, al successivo tornante imbocchiamo a destra una forestale (tabella con segnavia CAI n. 1040) con la quale caliamo fra le case di Borgo Val.
Qui merita una visita la chiesa di Santa Cecilia, l’edificio sacro più antico di Montaner risalente a un’epoca compresa fra i secoli XIII e XIV.
Attualmente nella chiesa, per concessione della comunità cattolica, sono celebrate funzioni religiose anche di rito ortodosso, in attesa che il luogo di culto dove queste si svolgevano venga ricostruito in seguito alla distruzione avvenuta nel 2013, a causa di un incendio.
Raggiunta la strada principale, in circa un quarto d’ora rientriamo al punto di partenza (m 310, 6 h).
GRUPPO (B) escursione ridotta:
Deviando a sinistra, in una decina di minuti di cammino e con lievi saliscendi arriviamo sul tornante di una stradina più importante, dove proseguiamo a sinistra, in discesa (m 610).
Percorsi circa 200 metri, prima di un successivo tornate usciamo a destra (ovest, m 585) per imboccare un viottolo che conduce alla località Pianai (m 600). Qui, distribuite lungo il viottolo, che avanza praticamente in piano per circa 600 metri, troviamo alcune casere restaurate dove si può trovare spazio per sostare e pranzare al sacco.
Rientrati sulla stradina principale, senza più abbandonarla caliamo facilmente a Montaner (m 230, 3 h 30’), dove il giro si conclude.
Principali motivi d’interesse
Gruppo (A): l’interesse storico del tracciato; la Chiesetta del Santo (S. Antonio da PD); la Lama dell’Erbin e il suo contesto; il Parco dei Carbonai; il Col Alt; la Casera Gnesina; il Monte Castelir; gli ampi panorami; il Borgo Val.
Gruppo (B): l’interesse storico del tracciato; la Chiesetta del Santo (S. Antonio da PD); la località Pianai.
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GRUPPO (A) |
GRUPPO (B) |
DOVE |
Cansiglio |
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DISLIVELLO |
m 620 |
m 310 |
DIFFICOLTÀ |
E |
E |
LUNGHEZZA |
12 km |
km 5,5 |
DURATA |
6 h |
3 h 30’ |
CARTINA |
Tabacco n. 012, scala 1:25.000 |
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7-8 Settembre 2024: Gruppo del Catinaccio, Rifugi Antermoia e Michieluzzi
Accesso
Partenza dalla sede alle ore 06.00. Dopo la sosta colazione, si fa il passo di San Pellegrino fino a Moena e poi si risale la Val di Fassa fino a Pera Di Fassa - mt 1320. Parcheggio degli impianti della seggiovia. Da qui si prendono le seggiovie Vajolet 1 e Vajolet 2, che ci portano a Pian de Pecei - mt 1802, punto di partenza dell’escursione.
Dettaglio delll'escursione
Escursione percorso 1° giorno:
Foto lungo il percorso
Da Pian De Pecei si prende il sentiero delle leggende che ci porta al rifugio Gardeccia - mt 1950. Dal rifugio Gardeccia, si segue il sentiero CAI 546 che sale fino al rifugio Preuss e poi Vajolet - mt 2243; questi due rifugi sono posti uno accanto all’altro su uno sperone roccioso circondati da cime Dolomitiche molto belle. Dal rifugio Vajolet si prende a destra il sentiero CAI 584 che sale in modo ripido fino al rifugio Principe - mt 2599. Al Passo Principe la sosta è obbligatoria, il paesaggio è meraviglioso, il rifugio è posto ai piedi del Catinaccio d’Antermoia - mt 3004; questa cima era stata raggiunta con il gruppo nel 2007. Dal Passo Principe si segue sempre il sentiero CAI 584 verso il Passo Antermoia - mt 2770, punto più alto della nostra escursione. Qui la roccia dolomitica la fa da padrone: sembra un paesaggio lunare. Dal Passo Antermoia si scende verso il lago ma prima di scorgerlo bisogna scendere di 250 mt circa. Il lago d’Antermoia - mt 2495 è uno specchio d’acqua di origine glaciale incastonato tra la Croda del Lago e il Catinaccio d’Antermoia, ed è uno dei laghi alpini più alti delle Dolomiti. Dal lago in 5 minuti si raggiunge il rifugio Antermoia - mt 2496, punto di arrivo del primo giorno.
Difficoltà: EE percorso escursionistico d’alta quota.
Dislivello in salita: 970 mt ca.
Dislivello in Discesa: 270 mt ca
Tempo: ore 5.00' circa .
Lunghezza: km 9.5 circa
Cartografia: carta Tabacco 06 VAL DI FASSA E DOLOMITI FASSANE.
Escursione percorso 2° giorno:
Foto lungo il percorso
Dal rifugio si prende il sentiero CAI 580, si oltrepassa il Passo de Dona - mt 2516 e si arriva a un bivio, da qui si prende il sentiero CAI 578 fino a forcella Ciaregole mt 2282. Da qui poi si può scendere in Val Duron sia per il sentiero CAI 555 sia 578; il 555 risulta leggermente più lungo ma con il vantaggio di essere inedito per molti di noi. Arrivati in Val Duron si svolta a destra - sentiero CAI 532 fino ad arrivare alla Baita Lino Brach mt 1856. Alla Baita Lino Brach si pranza assieme al gruppo che ha pernottato al rifugio Micheluzzi. Finito di pranzare, a gruppo unito scendiamo dalla Val Duron fino ad arrivare a Campitello di Fassa al parcheggio della funivia del Col Rodella, dove ad attenderci ci sarà il pullman.
Dislivello in salita: 70 mt ca.
Dislivello in Discesa: 1150 mt ca.
Tempo: ore 5.00' circa .
Lunghezza: km 12 circa
Escursione per chi pernotta al Micheluzzi:
Da Campitello di Fassa mt 1400 si prende la stradina sterrata che risale la Val Duron fino a raggiungere il Rifugio Micheluzzi mt 1850, punto di arrivo dell’escursione del primo giorno; sono circa 450 metri in salita e 2 ore di percorrenza senza soste; inoltre, c’è la possibilità di salire al rifugio anche con un servizio navetta a pagamento da Campitello. Il secondo giorno il gruppo che ha pernottato al Micheluzzi può risalire la Val Duron per poi ritrovarsi alla Baita Lino Brach con il gruppo che ha pernottato al rifugio Antermoia. La discesa si fa a gruppo unito oppure si può usufruire della navetta che parte dal rifugio Micheluzzi e porta giù a Campitello di Fassa.
PRINCIPALI MOTIVI DI INTERESSE:
Percorso alpinistico in uno dei più bei luoghi Dolomitici: il Gruppo del Catinaccio, o Rosengarden in tedesco (giardino di Rose). Questo è il luogo di Re Laurino, leggenda secondo cui il re disponeva di un bellissimo giardino di rose che poi lo tradirono rilevando i suoi movimenti quando egli combatteva con un mantello che lo rendeva invisibile contro il promesso sposo della fanciulla di cui lui si era innamorato e che egli aveva rapito per sposarla. Così il re Laurino maledisse il suo giardino di rose, che lo aveva tradito, impedendo che fosse visto da anima viva ne di giorno ne di notte, ma scordò l’alba e il tramonto e da allora il Catinaccio si tinge di un magnifico rosa. Inoltre questi posti sono oggetto della leggenda della ninfa Antermoia, il cui canto nostalgico si sprigiona nelle acque dell’omonimo lago, che si narra essere nato dopo un giovane aveva pronunciato il nome dell’omonima fanciulla per rompere il sortilegio che gli impediva di suonare perché qualsiasi strumento si frantumava al suo tocco.
Su queste montagne si è scritta anche la storia dell’alpinismo, esempio unico a cui non serve aggiungere alcunchè sono le Torri del Vajolet.
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25 Agosto 2024: Bec de Roces, rifugio Kostner e laghetto Boè
Testo tratto in parte dal libro “Dolomiti per tutti”, di Ennio Poletti,
edito da Editoriale Programma
Foto lungo il percorso
Accesso
Partenza dalla sede a Falzè alle ore 6.00 per Passo Campolongo. L’escursione inizia al Passo Campolongo (BL, m 1875), raggiungibile via Agordo, Alleghe e Arabba.
Dettaglio delll'escursione
Nei pressi dell’Hotel Monte Cherz, ci avviamo lungo la stradina con segnavia CAI n. 636 che, con buona pendenza e su terreno aperto, in meno di un’ora conduce al Rifugio Bec de Roces (m 2082), struttura adagiata su un pianoro erboso da cui la vista spazia in ogni direzione.
Ora, con il panorama della Marmolada e del Padon alla nostra sinistra (sud), in meno di mezz’ora arriviamo ai Bec de Roces che, come il nome suggerisce, sono guglie ravvicinate di roccia dolomitica elegantemente protese verso l’alto (m 2186). La traccia corre piacevolmente in mezzo a questa “selva pietrificata”, offrendo scorci panoramici tali da indurre gli appassionati di fotografia a mettere mano di continuo alle loro attrezzature.
Proseguendo, giungiamo a un bivio (tabelle, m 2238, 2 h), dove le due comitive si separano: chi sceglie l’escursione ridotta (gruppo B) svolta a destra rimanendo sul sentiero n. 636, mentre chi segue il percorso completo (gruppo A) tiene la sinistra immettendosi nel sentiero n. 637.
Gruppo A (percorso completo)
Seguendo il sentiero n. 637, prendiamo quota in ambiente sempre più arido e quasi privo di vegetazione. Siamo in alta montagna, regno dei fiori, dove i panorami diventano sconfinati e spuntano all’orizzonte alcuni famosi “tremila”: Pelmo, Civetta, Antelao, Sorapiss e Tofane sono lì, a portata di click. Superato un costone roccioso leggermente esposto con l’aiuto di una corda d’acciaio, cominciamo ad affacciarci alla prima balza del Gruppo Sella, che prelude all’arrivo al Rifugio Kostner (o Vallon, m 2536, 3 h 30’). Qui è prevista la sosta per il pranzo al sacco.
Ripreso il cammino, con il sentiero n. 638 iniziamo la discesa fino a raggiungere il Lago Boè (m 2250), perla incastonata fra pareti verticali alla base del Piz da Lech. Attorno allo specchio d’acqua corre un sentiero facilmente percorribile, mentre sul lato orientale una bella spiaggetta riparata invita a sostare piacevolmente.
Proseguendo nella discesa, caliamo al Rifugio Piz Boè Lounge e da qui, con una comoda strada sterrata (sempre con segnavia n. 638), scendiamo fino a raggiungere il punto di partenza (m 1875, 6 h 30’).
Gruppo B (percorso ridotto)
Ora procediamo a destra (nord) con il n.636 e, accompagnati dall’ampio panorama verso l’Alpe di Fanes, i Setsas, il Gruppo del Lagazuoi, e la Marmolada, tagliamo in leggera salita il versante orientale del Col de Stagn e raggiungiamo, con una salita un po’ più accentuata, il punto più alto dell’escursione (m 2300).
Sempre in ambiente aperto, con modesti saliscendi perdiamo un po’ di quota e, dopo aver intercettato il sentiero n. 638, arriviamo al Lago Boè (m 2250, 2 h 45’), perla incastonata fra pareti verticali alla base del Piz da Lech. Attorno allo specchio d’acqua corre un sentiero facilmente percorribile, mentre sul lato orientale una bella spiaggetta riparata invita a sostare piacevolmente.
Dopo un’adeguata pausa per il pranzo al sacco, caliamo al Rifugio Piz Boè Lounge e da qui, con una comoda strada sterrata (sempre con segnavia n. 638), scendiamo fino a raggiungere il punto di partenza (m 1875, 4 h 30’).
NOTA: per chi vuol fare il percorso ridotto con meno salita (circa 170 m in meno), l’alternativa può essere quella di arrivare solo al punto più alto dei Bec de Roces (m 2160) per poi tornare indietro fino al rifugio; da lì, si può scendere al Passo Campolongo per l’evidente pista da sci (che parte a nord del rifugio), oppure ripercorrendo la stradina dell’andata. Entrambe queste scelte, comunque, tagliano fuori il passaggio per il Lago Boè. Nella tabella riassuntiva finale, le caratteristiche tecniche relative a quanto appena detto sono riportate in rosso tra parentesi tonde.
PRINCIPALI MOTIVI DI INTERESSE: I Rifugi Bec de Roces, Kostner e Piz Boè Lounge; le torri dei Bec de Roces; il Lago Boè; i bellissimi paesaggi; i panorami sconfinati.
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Percorso ridotto |
Percorso completo |
DISLIVELLO |
m 470 (m 300) |
m 700 |
QUOTA MAX |
m 2332 (m 2160) |
m 2545 |
DURATA |
4 h 30’ (3 h) |
6 h 30’ |
DIFFICOLTÀ |
E |
E |
LUNGHEZZA |
6,5 km (4 km) |
8,5 km |
CARTINA: Kompass n. 624, scala 1:25000 |
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28 Luglio 2024: Rifugio Vandelli e Lago del Sorapis
Foto lungo il percorso
Accesso
Partenza dalla sede a Falzè alle ore 6.00 per Passo Tre Croci (BL).Lesc eursioni (ridotta e completa) hanno inizio dal Passo Tre Croci (BL, m 1809), facilmente raggiungibile da Cortina d’Ampezzo o da Auronzo di Cadore.
Dettaglio delll'escursione
Gruppo A (percorso ridotto)
Dall’albergo del Passo Tre Croci (m 1809), scendiamo per 150 metri verso est sulla strada principale fino a imboccare sulla destra un comodo sentiero recante il segnavia CAI n. 215. Sarà questo il numero da seguire fino al Rifugio Vandelli e al Lago Sorapiss. Dopo una decina di minuti la traccia perde un po’ di quota per poi proseguire con alcuni saliscendi. Alle nostre spalle (nord) troneggia il Monte Cristallo, mentre a est è il Gruppo delle Marmarole a dominare sulla valle di Auronzo.
Percorso un lungo tratto su facile terreno, il sentiero inizia a salire in modo un po’ più deciso; con tratti facilitati dalla presenza di una corda d’acciaio e da una scala metallica lunga alcuni metri, superiamo i punti più esposti, oltre i quali la traccia prosegue tornando agevole. Anche se il sentiero è sempre abbastanza largo e quasi in piano, questa parte attrezzata, correndo in cengia, va affrontata con attenzione. Quindi, con una mano si reggono i due bastoncini, mentre con l’altra ci si appoggia al corrimano di sicurezza fissato alla roccia (corda d’acciaio).
Più avanti accediamo al magnifico anfiteatro dove sorgono il Rifugio Vandelli (m 1928, 2h) e il Lago Sorapiss (m 1923), sovrastati a sud-ovest da uno spuntone roccioso alto 2602 metri, denominato Dito di Dio.
La tonalità azzurra del lago deriva dalla particolare composizione delle rocce le cui polveri, in sospensione o depositate sul fondale, conferiscono all’acqua le sfumature che hanno reso famosa questa perla dolomitica. Dopo un’adeguata sosta per il pranzo al sacco o in rifugio, iniziamo a rientrare al Passo Tre Croci ripercorrendo la via dell’andata (m 1809, 5 h).
Gruppo B (percorso completo)
Nei pressi della cappella situata dietro l’albergo, imbocchiamo la sterrata contrassegnata dal segnavia CAI 213, che facilmente s’inoltra nel bosco di Ciampo Marzo.
In salita arriviamo alla località Tardeiba, dove abbandoniamo il sentiero n. 213 per deviare a sinistra lungo il n. 216 (tabelle) diretto alla Forcella Marcoira (o Marcuoira).
Presto, la traccia accentua la pendenza per raggiungere, dopo un tratto molto faticoso, la forcella suddetta (m 2307). Durante la salita, è quasi d’obbligo sostare frequentemente per godere delle belle visioni panoramiche offerte dalla conca di Cortina, dal Monte Cristallo e dalle Tofane.
Oltre la sella, ai nostri piedi si apre il Ciadin del Loudo, avvallamento del terreno delimitato a sud dalle omonime cime e a nord dalle Cime di Marcoira. Ora, perdiamo una novantina di metri calando al fondo del “cadino”, al cui termine, con una risalita di circa 30 metri, aggiriamo un esposto costone roccioso che, attrezzato con corde metalliche, percorriamo con la dovuta attenzione. Da qui in avanti, la vista spazia verso la Val d’Ansiei, i Cadini di Misurina, le Tre Cime di Lavaredo e le Dolomiti di Sesto.
Superate le difficoltà, il sentiero cala attraverso i mughi in direzione del Lago Sorapiss, del quale possiamo scorgere in lontananza la caratteristica superficie azzurra.
Intercettato il sentiero n. 215 proveniente dal Passo Tre Croci, proseguiamo a destra (sud) fino a raggiungere il magnifico anfiteatro dove sorgono il Rifugio Vandelli (m 1928, 4 h) e il Lago Sorapiss (m 1923), sovrastati a sud-ovest da uno spuntone roccioso alto 2602 metri, denominato Dito di Dio. La tonalità azzurra del lago deriva dalla particolare composizione delle rocce le cui polveri, in sospensione o depositate sul fondale, conferiscono all’acqua le sfumature che hanno reso famosa questa perla dolomitica.
Dopo una sosta adeguata, ci dirigiamo verso il Passo Tre Croci con il sentiero n. 215, il quale, con diversi saliscendi e facili tratti attrezzati nei punti più esposti, ci riporta al punto di partenza (m 1809, 7 h).
PRINCIPALI MOTIVI DI INTERESSE: Gli amplissimi panorami verso le Dolomiti Ampezzane e di Sesto; il Rifugio Vandelli; il Lago Sorapiss e le cime che lo circondano; Forcella Marcoira e il Ciadin le Loudo.
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Gruppo A, Percorso ridotto |
Gruppo B, Percorso completo |
Sentieri CAI |
215 |
213, 216, 215 |
DISLIVELLO |
m 500 |
m 790 |
QUOTA MAX |
m 1928 |
m 2306 |
DURATA |
5 h |
7 h |
DIFFICOLTÀ |
E |
EE |
LUNGHEZZA |
12 km |
13 km |
CARTINA: Tabacco n. 03, scala 1:25000 |
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4 Agosto 2024: Gruppo Fanes, Forcella Salares rifugio Scotoni e forcella da Lago
Foto lungo il percorso
Accesso
Partenza dalla sede a Falzè alle ore 6.00 per Cortina, Passo Falzarego (BL).Passando per Cortina, il pullman raggiungerà il Passo Falzarego (m 2105) e poi il vicino Passo Valparola (BL, m 2168), dove sosterà per far scendere le persone che scelgono di fare il percorso completo. In seguito, con il resto del gruppo proseguirà per Ponte Sarè (m 1652), punto di partenza dell’escursione ridotta. Le due comitive si riuniranno al termine delle rispettive escursioni in quest’ultima località.
Dettaglio delll'escursione
Gruppo A (percorso ridotto)
Dal parcheggio ci portiamo sulla stradina che conduce all’ingresso del vicino Camping Sass Dlacia e la percorriamo fino alla reception, oltre la quale una sbarra consente il passaggio solo agli ospiti della struttura. Di fronte all’edificio della reception usciamo a sinistra per imboccare una stradina (tabelle CAI col n. 11) che seguiamo verso destra, in direzione nord. Presto, ai piedi della rupe del Sas Dlacia, arriviamo alla radura con la cappella dedicata alla Madonna di Lourdes, che merita una piccola sosta. Ripartiti, in leggerissima salita ci avviciniamo al Rio Sarè, che attraversiamo con un ponte di legno per giungere, infine, alla Capanna Alpina, rifugio molto frequentato raggiungibile anche in auto (m 1726).
Poche decine di metri oltre la struttura, troviamo un bivio (tabelle) presso il quale, seguendo a destra (sud) il sentiero n. 20, ci ritroviamo su una stradina che in circa un’ora di salita porta alla magnifica radura del Rifugio Scotoni, dove, per chi vuole, c’è la possibilità di ristorarsi (m 1985, 2 h).
Da qui, dopo il pranzo al sacco o in rifugio, il rientro avviene seguendo a ritroso la via dell’andata.
Gruppo B (percorso completo)
L’escursione inizia in corrispondenza del primo tornante stradale che si incontra scendendo dal Passo Valparola verso San Cassiano. Qui, imbocchiamo una stradina bianca (tabelle un po’ nascoste) diretta a nord quasi in piano. Presto la strada diventa un sentiero che, con andamento a saliscendi, attraversa alcuni ghiaioni e conduce alla base della Forcella Salares. Inizia ora, una lunga serie di tornantini con i quali rimontiamo un ripidissimo canalino.
Giunti alla sella, il panorama si spalanca maestoso verso l’Alpe di Fanes, con le Conturines in bella evidenza. Con una salitella per prati verso sinistra (ovest) in pochi minuti ci portiamo alla croce di vetta di un piccolo colle (m 2283, Ce’ de Salares) da cui la vista spazia dal Gruppo Sella al Sas de Putia e all’Alta Badia. Tornati alla Forcella Salares, proseguiamo verso nord-est con il sentiero n.20a (tabella) che, dopo un inizio a saliscendi e una roccetta attrezzata con corda d’acciaio, intercetta la pista da sci e cala rapidamente al Rifugio Scotoni (m 1985, 2 h 30’). Qui, intercettiamo il sentiero n. 20 con il quale, proseguendo in salita, arriviamo al Lago di Lagazuoi (m 2182), magnifico specchio d’acqua adagiato sotto Cima Scotoni e Cima del Lago.
Poco più a sud, deviamo bruscamente a sinistra (nord) per immetterci nell’Alta Via n. 1 che, dopo aver tagliato una colata di ghiaie, ci porta all’imbocco dello stretto canalone che separa le due cime anzidette. Ora, con il sentiero che compie numerosi tornanti ravvicinati, prendiamo faticosamente quota e arriviamo alla Forcella del Lago (m 2486, 4 h 30’), punto più alto dell’itinerario. Volgendo indietro lo sguardo, sotto di noi la vista del Lago Lagazuoi è veramente impressionante.
Qui è prevista la sosta per il pranzo al sacco.
Ripreso il cammino verso nord e con il panorama aperto verso il Monte Cavallo e le Cime di Campestrin, iniziamo a calare lungamente fino a raggiungere il Piano Grande (m 2117, 6 h), dove, alle falde delle Conturines, intercettiamo il sentiero n. 11. Con questo, procedendo a sinistra (sud), arriviamo facilmente al Col de Locia (m 2069), da cui con una discesa un po’ più decisa, caliamo al Plan de La Forca e, quindi, alla Capanna Alpina (m 1726).
Nella parte bassa del parcheggio, un ponticello di legno permette di scavalcare il Rio Sarè e di calare dolcemente fino a Ponte Sarè, dove il giro si conclude (m 1652, 8 h).
PRINCIPALI MOTIVI DI INTERESSE: Percorso ridotto: la chiesetta della Madonna di Lourdes; la Capanna Alpina; il Rifugio Scotoni e la sua magnifica piana dagli ampi panorami.
Percorso completo: la Forcella Salares e la cima del vicino colle; il Rifugio Scotoni; il Lago Lagazuoi; la Forcella del Lago; il Piano Grande alle falde delle Conturines; gli amplissimi panorami.
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A: Percorso ridotto |
B: Percorso completo |
DISLIVELLO |
m 350 |
m 700↑, m 1100↓ |
QUOTA MAX |
m 1985 (Rif. Scotoni) |
m 2483 (F.lla del Lago) |
DURATA |
5 h |
8 h |
DIFFICOLTÀ |
E |
EE |
LUNGHEZZA |
7,5 km |
14 km |
CARTINA: Tabacco n. 03, scala 1:25000 |
- Dettagli
REGOLAMENTO PER LE ESCURSIONI
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Il Gruppo ogni anno suggerisce ai soci un congruo numero di escursioni, per le quali studia attentamente i percorsi, per comprenderne i pregi, le difficoltà, i tempi di percorrenza. Se possibile, compie anche un’escursione preventiva, in modo da fornire ai soci che intendano accettare la proposta, le informazioni che consentano loro di valutare, in autonomia e piena responsabilità, se il percorso sia o meno adatto alle loro capacità. Prima dell’escursione il Gruppo fornisce anche ai partecipanti la mappa dell’itinerario proposto, con la descrizione dettagliata del percorso.
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Il Gruppo, nel proporre le escursioni, adotta ogni precauzione ed ogni attenzione per garantire ai partecipanti la massima sicurezza e incolumità. Chi decide di partecipare all’escursione, però, con il solo fatto di aderire all’iniziativa, dichiara di essere consapevole dei rischi che da tale attività possono derivare ed esonera il Gruppo da ogni responsabilità, civile e/o penale, per infortuni che dovessero verificarsi durante le escursioni.
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Alle escursioni proposte dal Gruppo possono partecipare sia i soci che i non soci. Tutti però devono dichiarare, al momento dell’iscrizione al Gruppo o della prenotazione all’escursione, di aver preso visione del regolamento per le escursioni e di approvarlo integralmente. I minori devono essere accompagnati da un adulto che se ne assuma esplicitamente la responsabilità.
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L’iscrizione alle escursioni, quando sia prevista la partecipazione alle spese ed ogni volta che il consiglio direttivo lo richieda, deve essere fatta di persona, con il contestuale versamento della quota di partecipazione. Tale quota non è rimborsabile, salvo il caso di non effettuazione dell’escursione; è però ammessa la sostituzione dell’iscritto con altro partecipante.
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Per le escursioni per cui non è previsto il versamento anticipato della quota, è possibile disdire la prenotazione con almeno sei giorni di anticipo. Dopo tale termine il socio è comunque tenuto a corrispondere al Gruppo la quota di partecipazione prevista.