Gruppo Montagna Mario Belle'
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27 Ottobre 2024: Colline del Prosecco
Testo tratto dal libro Sui sentieri del Prosecco, di Ennio Poletti
Ed. Editoriale Programma
Foto lungo il percorso
Accesso
Partenza dalla sede alle 8.00. Per raggiungere il luogo indicatodal link: https://maps.app.goo.gl/tBwdKJTp7R6iVMAC8
Il punto di partenza è il parcheggio dell’Agriturismo al Credazzo (m 190), raggiungibile seguendo le apposite indicazioni presenti lungo la SP 32 (Vidor-Colbertaldo-Farra) nella parte occidentale di Farra di Soligo. Eseguendo la scansione del QR-code e attivando sul proprio smartphone la geolocalizzazione, Google Maps guiderà direttamente al parcheggio.
A Piedi
Dal parcheggio, proseguiamo in salita lungo la stradina cementata che abbiamo seguito per arrivare all’agriturismo. Senza lasciarci distrarre da deviazioni secondarie, avanziamo in mezzo ai vigneti del prosecco con bellissime vedute verso la Chiesetta di San Lorenzo e le Torri di Credazzo, che, da occidente, si prendono la scena.
Dopo una mezz’oretta di cammino, a 300 metri di quota incontriamo un bivio con una tabella recante la scritta Torri di Credazzo. Qui, la comitiva si separa in due gruppi:
il gruppo A prosegue a destra per il giro completo, mentre il gruppo B svolta a sinistra per l’escursione ridotta.
Gruppo (A): escursione completa
Una cinquantina di metri oltre il bivio, lasciamo a destra la deviazione per l’evidente Casera Biscaro e, al vicino bivio successivo, proseguiamo a sinistra seguendo l’indicazione di una tabella con la scritta Sentiero Alpino n. 4.
Dopo un breve tratto ripido, affianchiamo un uliveto e arriviamo a un bel bivacco di legno che sorge, seminascosto, ai bordi di una vigna (m 350). Qui, una saletta con tavolo e panche offre, in caso di necessità, un’essenziale accoglienza.
Ripreso il cammino, a un vicino bivio teniamo la sinistra e, con la strada che dopo un po’ diventa sentiero, entriamo in un fitto bosco di latifoglie.
Usciti dalla boscaglia, un uliveto precede l’arrivo alla casera Ai Pertegar (m 415), edificio ben tenuto affacciato a sud, con bella vista sulle Torri di Credazzo.
Poco oltre intercettiamo il Sentiero delle Vedette (segnavia bianco-verde con il n. 002), che seguiamo a destra (est). Il nome del sentiero deriva dall’uso che ne veniva fatto al tempo della Grande Guerra, quando l’esercito austroungarico da queste cime controllava i movimenti delle nostre truppe posizionate sul dirimpettaio Montello.
In leggera salita, arriviamo a sfiorare la vetta del Monte Pertegar, che rimane alla nostra sinistra, per poi calare alla Forcella Xocco (m 423), importante incrocio di sentieri. Proseguendo con il Sentiero delle Vedette, saliamo sul Col Serafin (m 459, castagneto) e, discesi alla Forcella Colesie (m 421), affrontiamo la cresta successiva, che si articola in tre cimette consecutive: quella centrale (Col Vinal, m 451) offre un bellissimo panorama verso Miane e gran parte delle Prealpi Trevigiane.
Ora, fra numerosi castagni, scendiamo verso est e, dopo un’ampia curva a 180° del sentiero, camminiamo ancora per circa 200 metri per poi deviare a destra sul Sentiero Sud (nessuna tabella), che ci riporta a Forcella Colesie (m 421). Qui, scendiamo verso sud e in breve arriviamo al Baldacchin (m 362), terrazza naturale con una bella casera ristrutturata e un magnifico panorama sui vigneti del prosecco.
Tornati indietro per 50 metri fino a una piccola sella (vasca di cemento), scendiamo verso ovest in mezzo alle viti e, giunti a una stradina, la seguiamo in salita verso lo scollinamento. Arrivati al culmine, in discesa arriviamo a sfiorare due casere consecutive, dove occorre prestare attenzione; infatti, pochi metri oltre quella più in basso, in corrispondenza di una brusca curva a sinistra della stradina, noi proseguiamo lungo un sentierino che si stacca alla nostra destra (corrimano di corda) in discesa. Velocemente, caliamo a una piccola casera ben tenuta eretta a ridosso della roccia; appena sotto l’edificio, possiamo ammirare due sorgenti che rumoreggiano circondate da uno spesso tappeto verde di piante erbacee.
Oltre la costruzione, la traccia compie alcuni saliscendi protetti a valle da una staccionata, dopo di che inizia a risalire il pendio in modo un po’ più deciso.
Al primo tornante del sentiero, usciamo a sinistra e, in breve, arriviamo a intercettare la via percorsa all’andata, appena a monte della Casera Biscaro.
Con questa rientriamo comodamente al punto di partenza (m 190; 3 h 30’).
Gruppo (B): escursione ridotta
Dunque, deviando a sinistra, caliamo a una vicina area di sosta con tre panche e proseguiamo comodamente verso sud sulla via San Lorenzo, che corre sul lato occidentale del crinale dove sorgono le Torri di Credazzo.
In breve, arriviamo a un edificio restaurato, dove svoltiamo a sinistra (est) invitati da una tabella che indirizza verso la sommità del colle con le torri citate.
Dopo una decina di minuti di salita fra vigne e boschetti di latifoglie, giungiamo alla cinta muraria del castello, dove possiamo ammirare dall’esterno la bella torre nord (m 281).
Il fortilizio, ora privato, compare per la prima volta nei documenti nel XIII secolo, quando ad averne il controllo era la nobile famiglia trevigiana dei Da Camino. Secondo alcune fonti, tuttavia, la sua origine potrebbe essere collocata fra i secoli IX e X.
Tornati al bivio, proseguiamo con la carrabile verso sud arrivando, dopo una breve deviazione a sinistra (tabella) in mezzo alle viti, alla chiesetta di San Lorenzo, anch’essa d’origine medievale, la cui forma attuale si deve a lavori eseguiti nel 1573.
Magnifica la veduta sul Quartier del Piave offerta dal colle su cui sorge l’edificio sacro.
Rientrati sulla via principale, caliamo verso la parte occidentale di Farra di Soligo, dove ritroviamo la stradina già percorsa in auto (m 161, via Credazzo) che ci riporta, dopo circa 300 metri di comoda salita, al punto di partenza (m 190; 2 h 30’).
Principali motivi d’interesse
Gruppo (A): i panorami sui vigneti e verso le Prealpi Trevigiane; un bivacco di legno a due piani; la Casera Ai Pertegar; i castagneti; il colle del Baldacchin; la casetta con sorgenti.
Gruppo (B): gli ampi panorami; la visita ravvicinata alle Torri di Credazzo; la chiesetta di San Lorenzo.
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Gruppo (A) |
Gruppo (B) |
DOVE |
Colline del Prosecco - Farra di Soligo |
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DISLIVELLO |
m 420 |
m 200 |
DIFFICOLTÀ |
E |
E |
LUNGHEZZA |
7 km |
4 km |
DURATA |
3 h 30’ |
2 h 30’ |
CARTINA |
Farra di Soligo - Tabacco, scala 1:15.000 |
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13 Ottobre 2024: Cansiglio, Sentiero Pagnoca
Testo tratto dal libro Escursioni in Cansiglio di Ennio Poletti
Ed. Editoriale Programma
Accesso
Partenza dalla sede alle 7.30.
Il punto di partenza dell’escursione si trova a Montaner, frazione di Sarmede, nell’alto trevigiano. Nella parte sud di Vittorio Veneto, si seguono le indicazioni stradali per il Cansiglio (SP 422) e, oltrepassato l’abitato di Fregona, si segue a destra la deviazione per Montaner (tabelle stradali). Giunti alla chiesa parrocchiale, presso uno spiazzo si parcheggia momentaneamente la corriera (m 330).
A Piedi
Oltre il campanile, deviamo a sinistra (nord) lungo la viuzza che troviamo subito dopo un edificio decorato con un murales.
Una bacheca posta all’inizio della stradina illustra il Sentiero Pagnoca che intendiamo percorrere, mentre dalla parte opposta della via c’è una tabella CAI con il n. 1061, segnavia che dovremo seguire fino al Col Alt.
NOTA: il sentiero è dedicato al partigiano di Montaner GioBatta Bitto, detto Pagnoca, che dopo l’8 settembre 1943 organizzò, insieme al parroco del paese monsignor Giuseppe Faè, la Resistenza in quest’area. Il percorso coincide con l’itinerario della prima salita sull’Altopiano del Cansiglio del comandante Pagnoca con i suoi partigiani del Gruppo Brigate Vittorio Veneto.
In salita seguiamo la stradina principale che, dopo circa 200 metri e due ampie curve, raggiunge un punto oltre il quale inizia a scendere; percorse poche decine di metri in discesa, deviamo a destra (est, tabella) e usciamo dall’abitato. Intercettata una strada cementata, la percorriamo in salita per circa 100 metri dopodiché andiamo a destra (est, tabella) e con una bella mulattiera arriviamo alla radura con la Chiesetta del Santo (S. Antonio da PD)(m 540, 1 h 10’).
Da qui, il sentiero prosegue in salita verso nord e in breve giunge a intercettare una forestale (m 610), dove la comitiva si divide in due gruppi: chi segue il percorso completo (A) svolta a destra, mentre chi intende fare quello ridotto (B) devia a sinistra.
GRUPPO (A) escursione completa:
Piegando a destra (est), in leggera salita arriviamo alla Lama Col di Faè (m 720, 1 h, 50’), modesta pozza d’acqua ormai invasa dall’erba. Seguendo la segnaletica, in ambiente umido percorriamo una mulattiera che, fiancheggiata a tratti da muri a secco, ci porta alla Lama dell’Erbin (m 890, 2 h 20’), piccolo specchio d’acqua circondato da una bella radura.
Con la carrabile su cui siamo confluiti, compiamo un ampio semicerchio in mezzo a una faggeta e arriviamo alla strada asfaltata che da Villa di Villa sale verso il Passo Crosetta. Con questa, dopo una breve discesa arriviamo al Parco dei Carbonai, ampia area di sosta con la ricostruzione di un villaggio che richiama la passata attività di questi particolari lavoratori del bosco.
Un centinaio di metri a valle dell’area, presso un capitello dedicato alla Madonna, deviamo a destra (sud, tabella) e in una decina di minuti raggiungiamo il Col Alt (m 866, 3 h 30’).
Dalla sommità del colle, dove sorge un monumento dedicato ai partigiani, il panorama abbraccia gran parte delle pianure veneta e friulana. Qui è prevista la sosta per il pranzo al sacco.
Ripreso il cammino, ripercorriamo la stessa via per circa 300 metri e, oltrepassata la Casera Col Alt, deviamo a sinistra (ovest) lungo una pista forestale che, in pochi minuti, ci conduce alla Casera Gnesina, già base partigiana durante la Resistenza.
Sfiorando l’edificio, caliamo a una vicina strada forestale che, seguita verso destra (nord-ovest), ci permette di arrivare a due casere ristrutturate adagiate in una bella radura (m 800). Quella più in alto si chiama Baita Domenico, come indicato in un’insegna posta nelle vicinanze.
Proseguendo verso sud, oltrepassiamo le case sparse della località Cima della Cima e, dopo quattro tornanti, siamo alla sella che ci separa dal Monte Castelir.
A un bivio con crocifisso, seguendo le indicazioni di una tabella con la scritta Chiesetta Alpina del Monte Castelir, deviamo a destra e, dopo pochi minuti di facile salita, arriviamo alla sommità del colle. Qui, ai bordi di una piatta radura, sorge l’edificio sacro in posizione particolarmente panoramica verso la pianura.
Rientrati sulla stradina principale, al successivo tornante imbocchiamo a destra una forestale (tabella con segnavia CAI n. 1040) con la quale caliamo fra le case di Borgo Val.
Qui merita una visita la chiesa di Santa Cecilia, l’edificio sacro più antico di Montaner risalente a un’epoca compresa fra i secoli XIII e XIV.
Attualmente nella chiesa, per concessione della comunità cattolica, sono celebrate funzioni religiose anche di rito ortodosso, in attesa che il luogo di culto dove queste si svolgevano venga ricostruito in seguito alla distruzione avvenuta nel 2013, a causa di un incendio.
Raggiunta la strada principale, in circa un quarto d’ora rientriamo al punto di partenza (m 310, 6 h).
GRUPPO (B) escursione ridotta:
Deviando a sinistra, in una decina di minuti di cammino e con lievi saliscendi arriviamo sul tornante di una stradina più importante, dove proseguiamo a sinistra, in discesa (m 610).
Percorsi circa 200 metri, prima di un successivo tornate usciamo a destra (ovest, m 585) per imboccare un viottolo che conduce alla località Pianai (m 600). Qui, distribuite lungo il viottolo, che avanza praticamente in piano per circa 600 metri, troviamo alcune casere restaurate dove si può trovare spazio per sostare e pranzare al sacco.
Rientrati sulla stradina principale, senza più abbandonarla caliamo facilmente a Montaner (m 230, 3 h 30’), dove il giro si conclude.
Principali motivi d’interesse
Gruppo (A): l’interesse storico del tracciato; la Chiesetta del Santo (S. Antonio da PD); la Lama dell’Erbin e il suo contesto; il Parco dei Carbonai; il Col Alt; la Casera Gnesina; il Monte Castelir; gli ampi panorami; il Borgo Val.
Gruppo (B): l’interesse storico del tracciato; la Chiesetta del Santo (S. Antonio da PD); la località Pianai.
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GRUPPO (A) |
GRUPPO (B) |
DOVE |
Cansiglio |
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DISLIVELLO |
m 620 |
m 310 |
DIFFICOLTÀ |
E |
E |
LUNGHEZZA |
12 km |
km 5,5 |
DURATA |
6 h |
3 h 30’ |
CARTINA |
Tabacco n. 012, scala 1:25.000 |
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REGOLAMENTO PER LE ESCURSIONI
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Il Gruppo ogni anno suggerisce ai soci un congruo numero di escursioni, per le quali studia attentamente i percorsi, per comprenderne i pregi, le difficoltà, i tempi di percorrenza. Se possibile, compie anche un’escursione preventiva, in modo da fornire ai soci che intendano accettare la proposta, le informazioni che consentano loro di valutare, in autonomia e piena responsabilità, se il percorso sia o meno adatto alle loro capacità. Prima dell’escursione il Gruppo fornisce anche ai partecipanti la mappa dell’itinerario proposto, con la descrizione dettagliata del percorso.
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Il Gruppo, nel proporre le escursioni, adotta ogni precauzione ed ogni attenzione per garantire ai partecipanti la massima sicurezza e incolumità. Chi decide di partecipare all’escursione, però, con il solo fatto di aderire all’iniziativa, dichiara di essere consapevole dei rischi che da tale attività possono derivare ed esonera il Gruppo da ogni responsabilità, civile e/o penale, per infortuni che dovessero verificarsi durante le escursioni.
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Alle escursioni proposte dal Gruppo possono partecipare sia i soci che i non soci. Tutti però devono dichiarare, al momento dell’iscrizione al Gruppo o della prenotazione all’escursione, di aver preso visione del regolamento per le escursioni e di approvarlo integralmente. I minori devono essere accompagnati da un adulto che se ne assuma esplicitamente la responsabilità.
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L’iscrizione alle escursioni, quando sia prevista la partecipazione alle spese ed ogni volta che il consiglio direttivo lo richieda, deve essere fatta di persona, con il contestuale versamento della quota di partecipazione. Tale quota non è rimborsabile, salvo il caso di non effettuazione dell’escursione; è però ammessa la sostituzione dell’iscritto con altro partecipante.
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Per le escursioni per cui non è previsto il versamento anticipato della quota, è possibile disdire la prenotazione con almeno sei giorni di anticipo. Dopo tale termine il socio è comunque tenuto a corrispondere al Gruppo la quota di partecipazione prevista.