12 Luglio 2015 – Casoni di Valfredda

Foto lungo il percorso

 

Programma

Partenza dalla sede alle ore 6.30, si segue verso nord la SR203 Agordina fino a Cencenighe, per poi deviare verso Falcade e il Passo San Pellegrino. Un paio di chilometri prima della passo, superato di 100 metri il Rifugio Fior di Roccia, ampia è la possibilità di parcheggio su entrambi i lati della strada (m 1750).

Escursione

Dal parcheggio imbocchiamo la stradina a nord del laghetto che in leggera salita costeggia il Rio di Zigole. Giunti all’unico tornante della forestale, con una breve deviazione possiamo ammirare una fragorosa cascata che l’acqua del torrente suddetto forma precipitando a valle per una decina di metri. Giunti alla Malga Boer (m 1808), seguiamo per un tratto la stradina asfaltata diretta alla Baita Flora Alpina. In corrispondenza di un grande parcheggio situato sulla destra, abbandoniamo l’asfalto per girare a sinistra lungo la sterrata diretta a Valfredda (tabella).
Dopo quache saliscendi, usciamo dal bosco e davanti a noi si spalanca la vista dei Casoni di Valfredda, piccole baite ben tenute disseminate nel verde di un bellissimo ambiente di fondovalle. A chiusura della vallata, svetta la possente mole del Sasso di Valfredda, che da est offre protezione a questo piccolo insediamento. Superata la zona delle costruzioni in legno e attraversato il Rio di Valfredda, giungiamo a un incrocio di sentieri segnalato da alcune tabelle.
Qui, la comitiva si divide in due gruppi: il GRUPPO A (giro COMPLETO) e GRUPPO B (giro RIDOTTO).

GRUPPO A: seguendo il n.691, in dolce salita arriviamo alla Forcella Marmoi (m 1995, 1h 30’). Sul piccolo passo, il panorama si apre verso le Pale di San Martino dove spiccano, in particolare, i Campanili di Focobon e il Monte Mulaz.
Ora abbandoniamo il n.691, che prosegue verso Malga ai Lach, per seguire a sinistra il n.690 diretto a Malga Bosch Brusà (tabella). Giunti a questo punto, ci attende il semento di Alta Via dei Pastori più impegnativo dell’escursione.
Faticosamente e con tratti leggermente esposti risaliamo il crinale sud-occidentale del Col dei Gai, raggiunto il quale, mentre il panorama diventa sempre più ampio, la pendenza si addolcisce e diventa più sopportabile.
Aggirata la modesta cima prativa del colle anzidetto, superiamo una forcella stretta e affilata per accedere alla spalla meridionale del Sass de la Palaza. Le difficoltà ora sono terminate.
Ancora un tratto di facile sentiero seguito da una breve traversata libera su prato e siamo in cima al Sass de la Palaza, massima elevazione della giornata (m 2214, 2h 30’). Il panorama adesso è circolare: Pale di San Martino, Agner, Cima Pape, Moiazza, Civetta, Pelmo, Formenton, Sasso di Valfredda, Cima dell’Uomo, Costabella e Cima Juribrutto, per ricordare solo i monti più importanti, coronano un giro d’orizzonte straordinario. Dopo una pausa per il pranzo al sacco, scendiamo alla vicina Forcella Palaza e, prima di continuare il nostro giro, rimaniamo in quota a percorrere per qualche minuto l’esile crinale che si dirige verso est. Al termine della traccia, un balcone panoramico permette di osservare la radura della Malga Bosch Brusà, 350 metri più in basso, e le “Marmolade”, variopinte stratificazioni rossastre che ricoprono la parete occidentale del Col Becher.
Tornati alla forcella, seguiamo in discesa il n.631 e, passando per la verde Val di Forca, arriviamo a intercettare il sentiero n.694 col quale proseguiamo verso destra (nord), in direzione della Forca Rossa. Da questo punto il percorso è identico a quello del GRUPPO B.

GRUPPO B: proseguendo col sentiero n.694, agevolmente risaliamo in costa il pendio occidentale del Pizzo Forca e, ignorando un paio di deviazioni laterali, avanziamo in direzione di un evidente capitello situato appena oltre l’impluvio vallivo.
La traccia aggira il crocifisso e, puntando verso nord, giunge nei bellissimi alpeggi del “Pian della Schita”, dove intercetta il sentiero n.670 (m 2130). Con quest’ultimo, in ambiente molto panoramico e dal verde intenso, proseguiamo in piano a sinistra (sud-ovest) verso il Rifugio Fuciade (tabella).
Giunti sul crinale meridionale (m 2060) del Monte Le Saline, ci concediamo una pausa per il pranzo al sacco. Ora, per rientrare al parcheggio, abbiamo due possibilità: scendere col n.670 e passare per il Rifugio Fuciade, oppure proseguire verso sud lungo un bellissimo crinale che consente di evitare il ripido tratto che conduce al rifugio. Noi optiamo per la seconda e caliamo dolcemente ai prati del “Cian dal Vis”.
Con una breve discesa nel bosco arriviamo sulla forestale percorsa in mattinata da cui, con le stesso tragitto dell’andata, rientriamo al punto di partenza (m 1750 4h 30’).

Note

Principali motivi di interesse: la Valfredda con le sue baite; i prati di Pian della Schita e di Cian dal Vis; gli amplissimi panorami. Nel percorso completo si aggiungono il Col dei Gai, il Sass de la Palaza e le “Marmolade”.

 

Difficoltà: Percorso completo, Gruppo A: EE, percorso ridotto Gruppo B: E;

Dislivello: s/d Percorso completo, Gruppo A: 650 m, s/d percorso ridotto, Gruppo B: 370 m;

Tempo di percorrenza: Percorso completo, Gruppo A: 6 ore e 30' circa, percorso ridotto, Gruppo B: 4 ore e 30'.