7-8 Settembre 2024: Gruppo del Catinaccio, Rifugi Antermoia e Michieluzzi

 

Accesso

Partenza dalla sede alle ore 06.00. Dopo la sosta colazione, si fa il passo di San Pellegrino fino a Moena e poi si risale la Val di Fassa fino a Pera Di Fassa - mt 1320. Parcheggio degli impianti della seggiovia. Da qui si prendono le seggiovie Vajolet 1 e Vajolet 2, che ci portano a Pian de Pecei - mt 1802, punto di partenza dell’escursione.

Dettaglio delll'escursione

Escursione percorso 1° giorno:
Da Pian De Pecei si prende il sentiero delle leggende che ci porta al rifugio Gardeccia - mt 1950. Dal rifugio Gardeccia, si segue il sentiero CAI 546 che sale fino al rifugio Preuss e poi Vajolet - mt 2243; questi due rifugi sono posti uno accanto all’altro su uno sperone roccioso circondati da cime Dolomitiche molto belle. Dal rifugio Vajolet si prende a destra il sentiero CAI 584 che sale in modo ripido fino al rifugio Principe - mt 2599. Al Passo Principe la sosta è obbligatoria, il paesaggio è meraviglioso, il rifugio è posto ai piedi del Catinaccio d’Antermoia - mt 3004; questa cima era stata raggiunta con il gruppo nel 2007. Dal Passo Principe si segue sempre il sentiero CAI 584 verso il Passo Antermoia - mt 2770, punto più alto della nostra escursione. Qui la roccia dolomitica la fa da padrone: sembra un paesaggio lunare. Dal Passo Antermoia si scende verso il lago ma prima di scorgerlo bisogna scendere di 250 mt circa. Il lago d’Antermoia - mt 2495 è uno specchio d’acqua di origine glaciale incastonato tra la Croda del Lago e il Catinaccio d’Antermoia, ed è uno dei laghi alpini più alti delle Dolomiti. Dal lago in 5 minuti si raggiunge il rifugio Antermoia - mt 2496, punto di arrivo del primo giorno.

Difficoltà: EE percorso escursionistico d’alta quota. 
Dislivello in salita: 970 mt ca. 
Dislivello in Discesa: 270 mt ca
Tempo: ore 5.00' circa .
Lunghezza: km 9.5 circa
Cartografia: carta Tabacco 06 VAL DI FASSA E DOLOMITI FASSANE.

Escursione percorso 2° giorno:
Dal rifugio si prende il sentiero CAI 580, si oltrepassa il Passo de Dona - mt 2516 e si arriva a un bivio, da qui si prende il sentiero CAI 578 fino a forcella Ciaregole mt 2282. Da qui poi si può scendere in Val Duron sia per il sentiero CAI 555 sia 578; il 555 risulta leggermente più lungo ma con il vantaggio di essere inedito per molti di noi. Arrivati in Val Duron si svolta a destra - sentiero CAI 532 fino ad arrivare alla Baita Lino Brach mt 1856. Alla Baita Lino Brach si pranza assieme al gruppo che ha pernottato al rifugio Micheluzzi. Finito di pranzare, a gruppo unito scendiamo dalla Val Duron fino ad arrivare a Campitello di Fassa al parcheggio della funivia del Col Rodella, dove ad attenderci ci sarà il pullman.

Dislivello in salita: 70 mt ca.
Dislivello in Discesa: 1150 mt ca.
Tempo: ore 5.00' circa .
Lunghezza: km 12 circa

Escursione per chi pernotta al Micheluzzi:
Da Campitello di Fassa mt 1400 si prende la stradina sterrata che risale la Val Duron fino a raggiungere il Rifugio Micheluzzi mt 1850, punto di arrivo dell’escursione del primo giorno; sono circa 450 metri in salita e 2 ore di percorrenza senza soste; inoltre, c’è la possibilità di salire al rifugio anche con un servizio navetta a pagamento da Campitello. Il secondo giorno il gruppo che ha pernottato al Micheluzzi può risalire la Val Duron per poi ritrovarsi alla Baita Lino Brach con il gruppo che ha pernottato al rifugio Antermoia. La discesa si fa a gruppo unito oppure si può usufruire della navetta che parte dal rifugio Micheluzzi e porta giù a Campitello di Fassa.

 

PRINCIPALI MOTIVI DI INTERESSE: 

Percorso alpinistico in uno dei più bei luoghi Dolomitici: il Gruppo del Catinaccio, o Rosengarden in tedesco (giardino di Rose). Questo è il luogo di Re Laurino, leggenda secondo cui il re disponeva di un bellissimo giardino di rose che poi lo tradirono rilevando i suoi movimenti quando egli combatteva con un mantello che lo rendeva invisibile contro il promesso sposo della fanciulla di cui lui si era innamorato e che egli aveva rapito per sposarla. Così il re Laurino maledisse il suo giardino di rose, che lo aveva tradito, impedendo che fosse visto da anima viva ne di giorno ne di notte, ma scordò l’alba e il tramonto e da allora il Catinaccio si tinge di un magnifico rosa. Inoltre questi posti sono oggetto della leggenda della ninfa Antermoia, il cui canto nostalgico si sprigiona nelle acque dell’omonimo lago, che si narra essere nato dopo un giovane aveva pronunciato il nome dell’omonima fanciulla per rompere il sortilegio che gli impediva di suonare perché qualsiasi strumento si frantumava al suo tocco.
Su queste montagne si è scritta anche la storia dell’alpinismo, esempio unico a cui non serve aggiungere alcunchè sono le Torri del Vajolet.