14 Luglio 2024: Casera Rutorto, rifugio Venezia e giro del monte Pena

Testo tratto dal libro “Dolomiti vol. II”, di Ennio Poletti, 

edito da  DBS - Danilo Zanetti Editore  

Foto lungo il percorso

 

 

 

Accesso

Partenza di fronte alle poste (causa sagra) a Falzè alle ore 6.30 per Zoppè di Cadore (BL) .L’itinerario parte da Zoppè di Cadore (BL), raggiungibile da Forno di Zoldo dopo circa 9 chilometri di buona strada asfaltata. (m 1461).

Dettaglio delll'escursione

A PIEDI:

Nella parte nord del paese deviamo a sinistra (ovest) per la frazione Sagui, da cui si gode di un bellissimo colpo d’occhio sull’abitato di Zoppè, che emerge sullo sfondo del Col Duro e del Bosconero. 

Appena dopo il quinto edificio, deviamo a destra seguendo una indicazione per il Rifugio Venezia (CAI n. 471). Dopo qualche minuto, arriviamo a una bella radura con crocifisso e panchina dalla quale si ha una prima veduta della sommità del Pelmo, che spunta dal bosco. Al successivo bivio andiamo a sinistra (tabella per Rif. Venezia) e, dopo aver attraversato il torrente con un ponticello, iniziamo a risalire il fianco nord-orientale del Colle S. Anna. All’interno di un bel bosco di conifere, col sentiero n. 471 guadagniamo lentamente quota fino a raggiungere una recinzione con un rudimentale cancello di legno (m 1680). Appena oltre il cancello, proseguiamo a sinistra, abbandonando il n. 471 che, invece, sale più a destra lungo il crinale verso il Rif. Venezia. Una bella traccia, che poi diventa stradina, conduce in circa un quarto d’ora alla spianata della Casera Rutorto (m 1670, 1 h 30’).  

Il complesso, formato da un edificio ad uso abitativo e da enormi stalle a pianta rettangolare, sorge in mezzo a bellissimi prati sovrastati a nord dal Monte Pelmo, che qui appare in tutta la sua maestosità. La morfologia della spalla sud, della spalla est e del circo della cresta sommitale, conferisce a questo gigante dolomitico la caratteristica forma di enorme poltrona (Trono di Dio, localmente Caregon del Padreterno), particolarmente riconoscibile da questo punto di osservazione.  

Il sentiero che dal cancelletto ci ha portato qui alla casera e quello che il gruppo B (percorso ridotto) percorrerà per rientrare a Zoppè, è parte di un’antica via di comunicazione tra gli alpeggi del Monte Pelmo e il fondovalle di Vodo di Cadore.  

La Casera Rutorto, come punto d’appoggio per le greggi di pecore (fedèra), è documentata fin dal XIII secolo. Quando, nel XVII secolo, la struttura venne trasformata in casera per bovini, i prodotti caseari lavorati in loco cominciarono a essere trasportati a valle per la via suddetta che, per questo, oggi viene chiamata Strada del Formaggio (Strada del Formai). 

Qui, presso la malga, la compagnia si suddivide in due gruppi:  

il Gruppo A prosegue con il percorso completo, mentre il Gruppo B inverte la marcia completando il percorso ridotto. 

 

Gruppo A (percorso completo) 

Con la strada di servizio della casera, procediamo in salita verso est fino a intercettare il sentiero n. 471, che avevamo abbandonato più in basso prima della separazione in due gruppi. Seguendo quest’ultimo in salita (nord) percorriamo un bellissimo tratto panoramico che conduce alla magnifica spianata del Passo Rutorto (m 1931), a ridosso delle pareti incombenti del Pelmo. I vicini Sorapiss e Antelao, altri due splendidi “tremila”, con i loro profili completano l’eccezionale giro d’orizzonte.  

Ancora qualche minuto di cammino e siamo al Rifugio Venezia (m 1946, 3 h), bella struttura affacciata a sud verso il Monte Pena. 

Dopo una pausa per il pranzo al sacco, torniamo al Passo Rutorto per imboccare il sentiero CAI n. 475 (Alta Via n. 3) che, in discesa, si dirige a est. A un bivio, lasciamo a sinistra il n. 475 e proseguiamo a destra con l’AV n. 3 (CAI n. 493) fino ad attraversare il Ru de Assola (m 1725) per poi risalire verso il dosso di Ciampestrin (m 1855), luogo che nella cartina indicata è segnalato con il nome Forcella Colonel de la Stanga 

Poco più avanti c’è un bivio, dove proseguiamo a sinistra (segnavia CAI 493 o AV n. 3) verso Palù di Serla e, superata una interessante zona umida, arriviamo a intercettare la stradina bianca che a sinistra porta al Rifugio Talamini, mentre noi, seguendola verso destra, torniamo al punto di partenza (m 1461, 7 h).   

Gruppo B (percorso ridotto) 

Dopo una sosta adeguata presso la malga per ammirare la bellezza del posto e mangiare qualcosa, torniamo al cancello di legno già citato all’inizio; appena fuori dalla recinzione, deviamo a sinistra (est) e cominciamo la discesa per rientrare.  

Il ritorno al punto di partenza avviene dunque lungo questo antico tracciato, anch’esso identificato, come il sentiero della salita, dal n.471. All’interno di un bel bosco di abeti e larici, alcuni ponticelli di legno favoriscono l’attraversamento di torrenti e acquitrini consentendo di calare agevolmente fino a un crocifisso appena sopra Zoppè. Dopo aver visitato nei pressi del capitello alcuni tipici tabià, scendiamo alla ricostruzione di un mulino ad acqua e, infine, al parcheggio (m 1461, 3 h 30’). 

 

PRINCIPALI MOTIVI DI INTERESSE: la storica “Strada del Formai”; il complesso della Malga Rutorto; il panorama sul Pelmo; il mulino ricostruito di Zoppè con la sua piccola mostra all’aperto di macine (giro ridotto). Nel giro completo si aggiungono: il Passo Rutorto; il Rifugio Venezia; la zona umida di Palù di Serla; gli amplissimi panorami.  

 

 

 

Percorso ridotto 

Percorso completo 

DISLIVELLO  

m 235  

m 680 

QUOTA MAX  

m 1690 

m 1965 

DURATA  

3 h 30’ 

7 h 30’ 

DIFFICOLTÀ 

E 

E 

LUNGHEZZA 

6 km 

15 km 

CARTINA: Tabacco n. 025, scala 1:25000