21 Ottobre 2012 - Brent de l'Art

Foto lungo il percorso

 Programma:

Partenza in pullman dalla sede alle ore 7.00. L'itinerario parte da S. Antonio in Tortal (BL) (m 568), raggiungibile dalla SR1 della Valbelluna deviando all'altezza di Trichiana lungo la SP635 diretta al Passo San Boldo.

 Escursione:

Dal paese, una tabella a fianco del Bar Trattoria Posta invita a procedere verso ovest lungo la Via Saubens che, dopo aver superato Case Dal Magro e aggirato un boschetto di latifoglie, conduce in circa 1,5 km a un piccolo parcheggio con una tabella illustrativa della zona. Appena oltre l'area di sosta una mulattiera (tabella) scende verso l'impluvio della valle e in breve consente di raggiungere l'alveo del torrente dove un ponticello di legno permette di osservare da vicino il profondo intaglio scavato nella roccia dalle acque dell'Ardo nel corso dei millenni (m 425, 40').

Siamo sui Brent de l'Art, espressione derivante dal termine dialettale "brentana" (torrente che diventa impetuoso dopo forti piogge) e dal nome del corso d'acqua stesso, Ardo, che in dialetto diventa Art. Circa dodicimila anni fa le acque meteoriche, aiutate anche dalla presenza di acido carbonico, crearono incisioni sulla scaglia cretacica (depositi risalenti al Cretaceo, periodo che va 145 a 65 milioni di anni fa) dove poi le acque di scorrimento superficiale, ricche di frammenti abrasivi, si insinuarono e con la loro opera erosiva diedero inizio alla formazione della profonda e variopinta fenditura che oggi ammiriamo.

I colori prevalenti delle stratificazioni sono il rosso e il bianco, e nelle giornate di sole queste forre solcate da acque limpidissime appaiono come una vera e propria opera d'arte della natura. Oltre il ponte, dopo alcune centinaia di metri, imbocchiamo sulla nostra destra la traccia che sale verso la Val di Botte (tabella). Superata la località Vei (m 590, 1h 30'), ci immettiamo in una stradina asfaltata che seguiamo in salita. Passiamo nei pressi di alcune casere e dopo alcuni tornanti sbuchiamo nella radura di Signa Alta, dove la stradina diventa sterrata ed entra nell'alta Val di Botte.

Giunti in corrispondenza dell'impluvio vallivo una tabella con la scritta "Bivacco Costa Curta" ci invita a piegare lungo il sentiero di fondovalle che si stacca in salita alla nostra sinistra (m 900, 3h). La traccia percorre un tratto di terreno molto umido per poi girare a sinistra e guadagnare quota lungo il fianco destro idrografico della valle. Dopo alcuni tornanti arriviamo nella bella radura della Casera Costa Curta, caratterizzata dai ruderi delle vecchie stalle e da un edificio ristrutturato sempre aperto in grado di offrire un'essenziale ospitalità (m 1065, 3h 30'). A monte delle costruzioni intercettiamo il sentiero CAI n.2 che seguiamo in discesa, verso Passo San Boldo.

In località Pian della Croda, con una piccola deviazione, visitiamo una casera le cui belle stalle con facciate a gradoni meritano senz'altro una piccola sosta (m 810, 4h). Ripresa la discesa, senza ulteriori motivi di interesse giungiamo comodamente al Passo San Boldo (m708, 4h 30').

Note:

Il variopinto canyon formato dal torrente Ardo; le località Signa Bassa e Signa Alta; la selvaggia Val di Botte con i suoi ulteriori canyon; la radura della Casera Costa Curta; la stalla con frontale a gradoni in località Croda Negra; i colori autunnali.

Difficoltà: E.

Dislivello in salita: 650 m.

Dislivello in discesa: 530 m.

Quota massima: 1065 m.

Lunghezza del percorso: 11 km circa.

Tempo:4ore 30' circa senza le soste.

Cartografia:Conoscere  La Sin. Piave e la Valbelluna  1:25000

Capigita: Gerolamo Michielin, Ennio Poletti.

 

Piantina del percorso:

Altimetria Percorso: