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24 Maggio 2015 – Monte Zebio

Foto lungo il percorso

 

Programma

 Partenza dalla sede alle ore 07.00; in direzione Asiago, per raggiungere la casa vacanze Sant'Antonio.

 

Escursione

A Nord dell’Aeroporto di Asiago a quota 1100 mt. circa in direzione localita’ Rigoni in Val Giardini parte uno dei sentieri più famosi dell’Altopiano che porta al Monte Zebio risalendo la strada sterrata che ci conduce Casa S. Antonio a quota 1161 mt., al suo fianco imbocchiamo il sentiero CAI n. 832 e dopo una ex strada militare italiana che attraversa boschi e radure prative, si sale senza particolare difficolta’ fino a raggiungere il cimitero militare dedicato alla brigata Sassari trovando anche nei pressi dei resti ben preparati delle trincee militari.
Proseguendo ancora, in salita, incroceremo il sentiero della Pace che seguendolo alla sua DX e’ possibile raggiungere in 5 minuti il bivacco Stalder (aperto solo eccezionalmente). Ritorniamo poi sui nostri passi al bivio precedente seguendolo adesso alla sua SX verso la Cima del Scalambron dove prosegue verso Est lungo una comoda carrareccia, si raggiunge rapidamente un’ altro bivio dove si stacca, sulla sinistra, la mulattiera che sale alla Mina di Scalambron (1677 mt.), identificabile da un monumento a forma di obelisco che fa parte del Museo all’aperto della Grande Guerra come zona sacra sotto la quale giacciono ancora i corpi di soldati austriaci e italiani caduti nello scoppio della mina dell’ 8 giugno del 1917.

Tutto attorno si possono ancora notare i resti delle trincee, dei camminamenti e delle postazioni realizzate dagli austriaci durante il primo conflitto mondiale, mentre, verso Sud, lo sguardo puo’ spaziare su tutta la conca centrale dell’ Altopiano. Continuando in quota, in direzione Nord / Nord-Ovest, si tocca prima Monte Zebio (1717 mt.), da dove si puo’ ammirare, meteo permettendo, di un’ottima vista dei dintorni, fino ai gruppi del Carega del Pasubio e dell’Ortigara, da qui il primo gruppo (A) ripiega verso Est e scende alla Malga Zebio dove trova ristoro e si aspetta il restante gruppo (B) che nel fra tempo prosegue a zig-zag piegando verso Nord-Est, alla Busa del Carbon (1776 mt.) - (*) e poi alla sorgente degli Albi di Pastorile (1730 mt.) dove si scende, cominciando a invertire la direzione di marcia, alla Malga Pastorile dove anche il secondo gruppo trova ristoro.
Di li’, piegando verso Sud e dunque ritornando sulla strada che sale da Asiago, si arriva a Malga Zebio (1670 mt.) dove i gruppi si uniscono e con una breve deviazione e’ possibile salire sulla sovrastante Crocetta di Zebio a visitare la parte sicuramente piu’ interessante e suggestiva, della giornata, del Museo all’ Aperto delle trincee.
Aggirata la Crocetta di Zebio, seguendo una breve mulattiera si raggiunge il bivacco dell’ Angelo e, quindi, si scende alla Pozza delle Arne. Piegando ora decisamente verso Est si entra nel bosco e, calandosi lungo la Puntara del Lom, si raggiunge in breve la strada che proviene dalla Croce di S. Antonio e da Val Giardini; imboccandola a destra si ritorna in leggera discesa su una larga strada sterrata al punto di partenza iniziale dove troveremo il pullman.

Note

(*) “La Busa del Carbon s’apriva davanti a noi ampia e senza luce. Attorno giravano i gradoni di roccia come un’anfiteatro e tra l’uno e l’altro gradino, sulle cenge, nereggiavano i mughi; nel centro, in basso, lo stagno gelato. Sentivo che i galli dovevano essere qui e così mi avvicinai cauto e pronto a sparare (…)
                                                            - Tratto dal libro “IL BOSCO DEGLI UROGALLI di Mario Rigoni Stern”

Note storiche

Lo Zebio, grazie alla sua posizione centrale, divenne un caposaldo importantissimo della linea di resistenza austriaca che (tra l'estate del 19-16 e l'autunno del 1918) si snodava dalla Val d'Assa all'Ortigara. Per tale motive dopo il ripiegamento delle truppe italiane durante la Strafexpedition venne attrezzato alla difesa con un complesso sistema di trincee, gallerie e postazioni in caverna.
Nel corso dell'estate i reparti italiani (ed in particolare le brigate Sassari e Piacenza) attaccarono ripetutamente le posizioni austriache ancora in fase di realizzazione. Tutti gli attacchi ebbero tuttavia esiti infelici se si eccettua l'occupazione del pianoro semicircolare, posto sotto la quota 1706 (nei pressi del rif. dell'Angelo), avvenuta il 6 luglio 1916. Nel mese di ottobre gli italiani riuscirono ad occupare la quota 1603 detta "la Lunetta": posizione che verra' poi abbandonata, in seguito a contrattacchi austriaci, rimanendo "terra di nessuno". Sullo sperone roccioso della Lunetta, tuttavia, gli italiani realizzarono un piccolo osservatorio al quale era possibile accedere mediante alcune scale a pioli.
Durante l'autunno e l'inverno 1916-1917 entrambi gli eserciti intensificarono i lavori di difesa delle posizioni procedendo anche alla costruzione, al di sotto della Lunetta, di alcune gallerie di mina e contromina.
L'8 giugno 1917 alle 17.30, con due giorni di anticipo, scoppiava la mina italiana accesasi intempestivamente, 120 soldati italiani persero la vita: a questi vanno aggiunti oltre quaranta ufficiali della brigata Catania che in quel momento stavano osservando dalla Lunetta le posizioni austriache in previsione della Battaglia dell'Ortigara. Gli austriaci approfittando dello sbandamento delle truppe italiane occuparono subito il cratere ed iniziarono a sistemare a difesa l'orlo meridionale in modo da impedire qualsiasi tentativo di attacco da parte italiana.
Il 10 giugno dopo un intenso fuoco di preparazione delle artiglierie (che causerà numerose perdite anche tra le file italiane) i reparti italiani della brigata Pesaro (I/239), della Catania (I e II/145) e della Veneto (I/255 e poi II/255) si lanciarono contro le posizioni austriache di casera Zebio Pastorile, di quota 1706 e della Lunetta.
Tutti furono respinti dalle mitragliatrici austriache. Il 19 giugno, durante la seconda ondata d'assalto, vi furono gravi perdite italiane e la sola 13ma div. perse 1636 effettivi senza conseguire alcun successo.
Di grande interesse e sicuramente la visita del caposaldo di quota 1706 (a ridosso dell'attuale malga Zebio) che conserva ancora evidenti resti delle trincee e dei ricoveri realizzati dalle truppe austriache. Nei pressi del cratere della mina inoltre, si erge una  stele che ricorda i caduti della brigata Catania.te, forse per un fulmine, durante un temporale causando anche la deflagrazione della contromina austriaca.

 

Difficoltà: E;

Lunghezza del percorso: 10 km Gruppo (A), 16 km Gruppo (B);

Dislivello: Salita/discesa per entrambi i gruppi A e B 650m;

Tempo di percorrenza: Gruppo (A) 5 ore circa, Gruppo (B) 6 ore e 30' circa (soste escluse).