Categoria: 2015
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Programma

 

Provenendo da Bassano del Grappa lungo la statale della Valsugana, all'altezza di Valstagna si attraversa il ponte sul Brenta e si svolta verso sud portandosi, dopo neanche un chilometro, a Londa (m 170). Si parcheggia presso il cimitero, nella parte sud del paese.

 

 

 

Escursione

Dal centro abitato di Londa, presso una casa rossa del XVII secolo con data sulla facciata, seguiamo una tabella con l’indicazione del sentiero della Grande Guerra “el Vu", n. 775; in pochi minuti siamo fuori dal paese a percorrere il bordo di alcuni terrazzamenti, un tempo adibiti alla coltivazione del tabacco. Saliamo fra le alte mura di sostegno di questi piccoli appezzamenti di terreno e dopo aver superato un ripido canale arriviamo ad una importante galleria visitabile lunga 50 metri con quattro bocche da fuoco rivolte verso Valstagna  ( 25’). Poco oltre (m 300), intercettiamo l'Alta Via del Tabacco (d’ora in poi AVT), che per un tratto coinciderà col nostro sentiero. Procedendo con quest’ultima verso destra, risaliamo il versante sinistro idrografico della Valle dei Mille Covoli e giungiamo alla Casera Costellai (m 430, 50'), in bella posizione panoramica sul Canale di Brenta. Lungo questo tratto troviamo una interessante grotta con piccola cisterna di raccolta dell’acqua per stillicidio. A causa del carsismo che caratterizza queste montagne, la formazione di torrenti permanenti è pressoché impossibile, per cui l’acqua che serviva ai soldati che presidiavano la zona era un bene prezioso da raccogliere con ogni mezzo. Questa tecnica di raccolta dell’acqua era molto diffusa anche fra gli abitanti del posto, che in tal modo potevano irrigare i terreni coltivati dei terrazzamenti. Proseguendo sulla bella mulattiera, dopo qualche tornante giungiamo al bivio di Dosso Pasqualaite (m 550, 1h 30’). Con la traccia che si stacca alla nostra sinistra si prosegue sul Sentiero del “Vu” con la variante attrezzata, mentre tenendo il ramo di destra si prosegue con la via normale del Sentiero del “Vu”  e con l’AVT. Questo è il punto in cui la comitiva si separa in due gruppi:

GRUPPO A
Seguiamo a sinistra la variante attrezzata del n.775 abbandonando, così, l'AVT fin qui comune col sentiero del “Vu”. La deviazione presenta un breve tratto con fune metallica per risalire un ripido canalino di una ventina di metri che termina nei pressi di una galleria. L’ostacolo si supera facilmente, non serve il cordino.
Poco sopra, dopo essere passata davanti a una breve galleria con postazione per mitragliatrice accessibile con gradini scavati nella roccia, la variante si ricongiunge con la via normale (m 630, 2h) che avevamo abbandonato al bivio del Dosso Paqualaite. Dopo un tratto di sentiero tranquillo, con una panoramica cengia un po’ esposta attraversiamo la testata della Valle dei Mille Covoli portandoci sulla Sella della Grottona, dove troviamo un ricovero scavato nella roccia puntellato da un grosso tronco e una grotta con frammenti di stalattiti fra le evidenti tracce di crolli (790 m, 2h 30’). Proseguendo, con una impennata del sentiero superiamo un tratto ripido pervenendo a uno sperone roccioso con trincee recuperate e un'ampia terrazza panoramica sul Canale di Brenta. Siamo sul Belvedere della Grottona (m 900, 2h 50’), osservatorio per il controllo della valle da nord a sud.

(A1) Coloro che si ritenessero già soddisfatti dell’escursione, a questo punto possono invertire la marcia e tornare a valle del Dosso della Grottona, dove alla quota di 670 metri (bivio Pralongo) una deviazione verso nord consente di raggiungere Casera Le Mandre (m 786) con un bellissimo e facile sentiero in costa. Dopo un’adeguata pausa per il pranzo al sacco, seguendo la segnaletica che indirizza verso valle aggirando l’aia della casera, si inizia a scendere per il rientro. Raggiunta la vecchia borgata di Postarnia (m 448), proseguiamo in discesa con una bella mulattiera fino a Tovi da dove, con la strada asfaltata e transitando per Valstagna, torniamo al punto di partenza di Londa (6h 30’).

(A2) Chi desidera invece compiere il tragitto completo, continua in salita verso ovest. Col sentiero sempre ben

tenuto e segnalato, procediamo faticosamente fino a Forcella Val d'Ancino,  anch’essa segnata dalla presenza

di diverse gallerie e ricoveri (1085 m, 3h 30’).

Disponendo di una torcia elettrica si può visitare una galleria lunga una sessantina di metri che termina con

una postazione d’artiglieria. E' la più lunga dell’intero percorso.

Qui termina la parte più impegnativa del sentiero che ora procede più dolcemente e su terreno aperto fino alla

cima del Col d'Astiago (1240 m, 4h), caratterizzata dalla sagoma dell’acquedotto visibile anche da chi percorre

in auto la superstrada del fondovalle. Dalla sommità del colle il panorama spazia in ogni direzione con le Pale

di San Martino e le Vette Felrine in particolare evidenza a nord.

Sulla radura sommitale è previsto il pranzo al sacco.

Fra l’acquedotto e un vicino traliccio dell’Enel, alcune tabelle segnalano la deviazione da prendere per

completare il percorso di guerra che, ora, segue la dorsale della Cima del Cimo.

Fra continue gallerie e trincee, la mulattiera, mantenendosi in prossimità del crinale, perde lentamente quota

lungo i dirupi orientali del Monte Cimo giungendo al bivio per Le Mandre, segnalato da una tabella. Seguendo

questa indicazione, in ambiente molto selvaggio caratterizzato da numerose stratificazioni calcaree, iniziamo a

scendere verso destra (nord-est). Dopo un facile tratto in costa, la traccia raggiunge un crinale che,

staccandosi dalla Cima del Cimo, si allunga verso est in direzione di Valstagna. Tenendosi sempre sul filo di

cresta, il sentiero percorre lo scosceso pendio per giungere, dopo numerose svolte ravvicinate, alla Casera Le

Mandre (m 786), in bella posizione panoramica verso il Canale di Brenta e il Monte Cornone.

Un comodo sentiero permette di perdere dolcemente quota fino a intercettare l’AVT, appena a monte di

Postarnia. Alcune tabelle poste nelle vicinanze consentono di raggiungere velocemente le case della borgata

da dove si prosegue con una bella mulattiera fino a Valstagna. Con un breve tratto di strada asfaltata

raggiungiamo il punto di partenza (8 h).

 

 

 

Note

 

Il sentiero n.775 (sentiero del “Vu”) ripercorre tracciati della Grande Guerra ricchi di testimonianze di quel periodo che una lodevole opera di recupero ha reso oggi visitabili. Il percorso è dedicato alla memoria di Albino Celi, nato a Valstagna alla fine del 1800 e conosciuto col soprannome di  "el Vu" perché, schivo com’era, dava del voi a tutti coloro che venivano in contatto con lui. Quest’uomo semplice conduceva una vita solitaria in mezzo alle montagne e traeva fonte di sostentamento dalla vendita del materiale bellico che riusciva a recuperare sull'Altopiano di Asiago dopo il passaggio delle due guerre. La sua storia e quella di tutti coloro che rischiavano la propria vita per campare è stata anche fonte d’ispirazione per il film “I recuperanti”, diretto nel 1970 da Ermanno Olmi.

 

 

Difficoltà: E, facile per entrambi i percorsi;

 

Dislivello: 650m (Gruppo A), 410m (Gruppo B);

 

Tempo di percorrenza: 6 ore (Gruppo A), 4 ore 30' (Gruppo B).